Non ci sono più gli attacchi informatici di una volta. Già, perché se fino a qualche hanno fa i diretti interessati erano soltanto pc e smartphone, ora si estendono quantità e tipologie di apparecchi che rischiano di rimanere bloccati a causa di un malware. Con l’aumento della connettività e soprattutto con la diffusione dell’IoT, anche il frigorifero di casa può rimanere vittima di un attacco. Neanche le macchine potrebbe avere una sorte migliore: è per questo che ci sono già molte aziende, da Harman a Qualcomm, da IBM a Kaspersky Lab, tutte al lavoro per trovare soluzioni alle intrusioni.
Se gli attacchi informatici sono in aumento, lo è anche il costo per la difesa. Secondo l’ultimo Osservatorio Information Security & Privacy della School of Management del Politecnico di Milano nel 2017 difendersi contro il cyber crime è costato mediamente 11,7 milioni di dollari per azienda, pari al 23% in più rispetto ai 9,5 milioni del 2016 e al 62% in più rispetto alla media dell’ultimo quinquennio. Si parla di un aumento delle spese, ma ovviamente vanno contati anche i danni. Secondo l’Annual Cybersecurity Report 2017 della CISCO, “per le imprese che hanno subito un attacco, l’effetto è stato notevole: il 22% ha perso clienti – il 40% ha perso oltre il 20% della propria base di clienti –; il 29% ha perso fatturato – il 38% ha subito perdite per oltre il 20% delle entrate –; il 23% ha perso delle opportunità di business”.