Al pari di quanto succede in Europa e come riferito il mese scorso dall’Osservatorio Europeo di Lisbona, prosegue anche quest’anno il trend del calo dei consumi di sostanze stupefacenti nel nostro Paese.
L’analisi generale dell’andamento dei consumatori negli ultimi 12 mesi, riferiti alla popolazione generale 15-64 anni, conferma la tendenza alla contrazione del numero di consumatori, già osservata nel 2010 per le sostanze quali eroina, cocaina, allucinogeni e stimolanti.
Questo il dato generale che emerge dalle indagini campionarie sulla popolazione e dalle analisi delle acque reflue, contenute nell’ultima Relazione al Parlamento 2013 sull’uso di sostanze stupefacenti e tossicodipendenze in Italia, elaborata dal Dipartimento Politiche Antidroga.
I dati evidenziano che il 95,04 % della popolazione, tra i 15 e i 64 anni, non ha assunto alcuna sostanza stupefacente negli ultimi 12 mesi. Il confronto del trend dei consumi di stupefacenti negli ultimi 11 anni evidenzia un’iniziale e progressiva contrazione della prevalenza dei consumatori di cannabis caratterizzata da una certa variabilità fino al 2008, da una sostanziale stabilità nel biennio successivo 2010-2012, e una tendenza all’aumento nell’ultimo anno.
La cocaina, dopo un tendenziale aumento che caratterizza il primo periodo sino al 2007, segna una costante e continua contrazione della prevalenza di consumatori sino al 2012, stabilizzandosi nel 2013.
Per l’eroina si osserva un costante e continuo calo del consumo sin dal 2004, anno in cui si è osservata la prevalenza di consumo più elevata nel periodo di riferimento, pur rimanendo a livelli inferiori al 2% degli studenti intervistati. Negli ultimi anni il fenomeno si è stabilizzato.
L’indagine 2013 sui soggetti tra i quindici e i diciannove anni ha invece sottolineato un lieve aumento di consumatori di cannabis che hanno dichiarato di aver usato la droga almeno una volta negli ultimi dodici mesi.
I consumatori di sostanze stimolanti, invece, seguono l’andamento della cocaina fino al 2011, ma negli ultimi due anni si osserva una lieve tendenza alla ripresa dei consumi soprattutto nel nord.
Per quanto riguarda la prevalenza del consumo di allucinogeni, si osserva un trend in leggero aumento fino al 2008, seguito da una situazione di stabilità nel biennio successivo, con una contrazione dal 2010 al 2012; nell’ultimo anno, anche se la popolazione che li utilizza è per fortuna ancora poco consistente, si osserva però una lieve tendenza all’aumento del fenomeno.
Inoltre, focalizzando l’attenzione sui giovani, l’indagine 2013 sulla popolazione studentesca (su un campione di 34.385 soggetti di età compresa tra i 15-19 anni) l’indagine ha rilevato le seguenti percentuali di consumatori (una o più volte negli ultimi 12 mesi): cannabis 21.43%, (19,4% nel 2012), cocaina 2,01% (1,86% nel 2012), eroina 0,33% (0,32% nel 2012), stimolanti metamfetamine e/o ecstasy 1,33% (1,12% nel 2012) e allucinogeni 2,08% (1,72% nel 2012).
L’analisi, quindi, indica in particolare un incremento di 2,29 punti percentuale del consumo di cannabis rispetto al 2012.
Cannabis e Internet
Il DPA nell’indagine di quest’anno ha inoltre rilevato il fenomeno cannabis su internet. Da un’analisi a largo spettro effettuata sui data base accessibili sia dagli enti istituzionali che dalle aziende di settore è stato possibile stimare che il numero dei siti tematici, che offrono sostanze o ne promuovono l’uso, abbia abbondantemente superato nel corso di quest’anno le 800.000 unità (dato sottostimato). Una decisa progressione se si ricorda il dato riferito al 2008 di circa 200.000.
L’analisi ha messo in relazione l’andamento in crescita dei siti dal 2008 al 2013 che pubblicizzano in vario modo l’uso di cannabis con l’andamento dei consumi nella popolazione tra i 15 e i 19 anni. Questa fascia di età, infatti, è quella che più utilizza internet e frequenta i social network. Si evidenzia, dunque, che al forte aumento registrato della pressione di marketing è corrisposto, con un tempo di latenza dei 14-24 mesi, un aumento dei consumi di cannabis nelle fasce giovanili, invertendo una tendenza alla diminuzione che si osservava dal 2008 e creando, dal 2011, un incremento di circa 3 punti percentuali. Da ricordare che questi siti, spesso, offrono contemporaneamente anche altre sostanze stupefacenti quali oppiacei cocaina, cannabinoidi sintetici, mefredone, piperazine etc.
Nuove droghe sintetiche
Per quanto riguarda le nuove droghe sintetiche, l’indagine ha rilevato l’esistenza di un nuovo mercato in espansione (quasi esclusivamente gestito via internet), ma che attualmente è sotto controllo nel nostro Paese attraverso il Sistema Nazionale di Allerta Precoce del DPA che ha identificato, infatti, oltre 250 nuove molecole in entrata sul territorio italiano ed europeo come i cannabinoidi sintetici, catinoni, fenetilamine, piperazine e metossietamine. In collaborazione con il Ministero della Salute, inoltre, queste nuove droghe sintetiche, sia nelle singole molecole sia nei loro analoghi strutturali sono state tabellate e quindi rese illecite e di conseguenza sequestrabili.
Tossicodipendenti in trattamento
Per quanto riguarda i soggetti tossicodipendenti con bisogno di trattamento risultano essere circa 438.500 mila (476.800 nel 2011) e con un tasso 11/1000 residenti di età compresa tra i 15 e i 64 anni. Di questi 277.748 (7,1/1000 residenti) non risultano essere in trattamento presso i servizi di assistenza dei quali, circa 52.000 dipendenti da oppiacei (1, 3/1000 residenti), 81.100 da cocaina (2,1/1000 residenti) e circa 145.000 per cannabis (3,7/1000 residenti).
Le Regioni con maggior bisogno di trattamento per oppiacei sono nell’ordine: Liguria, Basilicata, Sardegna, Molise e Toscana che presentano una prevalenza superiore a 6,0/1000 residenti di età compresa tra i 15-64 anni. I soggetti che hanno richiesto per la prima volta un trattamento sono stati 30.169 con un tempo medio di latenza stimato tra inizio uso e richiesta di primo trattamento di 6.1 anni, oscillante tra i 3,9 e gli 8, 8 anni) differenziato da sostanza a sostanza (oppiacei 5, 5 anni; cocaina 8,5 anni; cannabis 5,5 anni). L’età media dei nuovi utenti è di circa 34 anni, con un arrivo sempre più tardivo rispetto agli anni precedenti. Le sostanze primarie maggiormente utilizzate dagli utenti in trattamento risultano essere il 74,4% oppiacei, il 14, 8% cocaina e l’8,7 % cannabis. Le sostanze secondarie sono state la cannabis (30,5%) e la cocaina ( 28,5%).
Tossicodipendenti in carcere
Un ulteriore aspetto rilevante dell’indagine è quello che riguarda il problema dei tossicodipendenti in carcere, per i quali è necessario utilizzare maggiormente le misure alternative al regime carcerario con una conseguente e urgenza di rimuovere le cause dello scarso ricorso all’art. 94. In tale contesto è evidente la necessità di studiare nuovi modelli alternativi che puntino soprattutto a evitare già durante i processi per direttissima l’entrata in carcere ad applicare fin da subito le misure alternative.
Secondo il flusso dei dati del Ministero della Giustizia-DAP, nel 2012 gli ingressi in carcere di soggetti con problemi socio-sanitari correlati alla droga hanno subito una riduzione passando da 22.413 a 18.285 (-18, 4%). E’ importante sottolineare che il 34,5 % dei soggetti entrati in carcere nel 2012 per reati in violazione alla normativa per gli stupefacenti sono usciti in libertà nel corso dell’anno. Nel 2012 si è osservato un incremento degli ingressi di soggetti stranieri per reati in violazione al D.P.R. 309/90 che dal 31,3% del 2011 è passato al 34,5 del 2012. Una modesta riduzione si è rilevata, invece, per i soggetti di nazionalità italiana (33,7% nel 2011 e 33,2 % del 2012). Rispetto alla reclusione dei minori in violazioni ala normativa sugli stupefacenti, rispetto al 2011, si è registrata una riduzione del 16%. Si evidenza, inoltre, nel 2012 che il numero dei soggetti con affidamento per art. 94 è pari a 4.284 con una diminuzione del 4,8% rispetto all’anno 2011, dove si erano osservati 4.500 casi di affido.
Adolescenti e gioco d’azzardo
Quanto ai dati sugli adolescenti, per quanto riguarda il gambling si stima, infatti, che nell’anno 2013 (dati ancora più aggiornati) circa 1.250.000 (Studio SPS- DPA 2013) studenti delle scuole superiori di secondo grado abbiano partecipato ad almeno un gioco d’azzardo, con frequenza rilevata di un episodio almeno una volta negli ultimi 12 mesi.
Inoltre, negli studenti tra i 15-19 anni con gioco d’azzardo problematico o patologico, su un grande campione statisticamente rappresentativo di ben 34.483 mila soggetti, si evidenzia che maggiore è lo stadio del gioco d’azzardo, maggiore è il consumo di droghe. Gli adolescenti con comportamenti di gioco patologico hanno un uso contemporaneo di sostanze stupefacenti pari al 41,7% rispetto ai loro coetanei che non giocano, che presentano invece una prevalenza di uso di sostanze molto più bassa e statisticamente significativa pari a 17,5%.
Mentre per gli adolescenti che giocano saltuariamente (gioco sociale) la prevalenza di consumo di droga si attesta al 24.4%.
Diversamente per gli adolescenti considerati giocatori un problema la prevalenza del consumo di sostanze è pari al 34,1%. In altre parole, più il comportamento di gioco si fa problematico o addirittura patologico e più cresce anche l’uso di droghe. Tra i giochi più diffusi tra gli adolescenti: Lotterie istantanee, Gratta e Vinci, Win for life, si attestano tra quelli giocati annualmente con una percentuale del 26,4%; seguono Lotto e Superenalotto con il 13.7%.
Gioco d’Azzardo e Policonsumo
Il DPA sottolinea inoltre che esiste una interessante e preoccupante associazione tra la frequenza della pratica del gioco d’azzardo e il consumo di sostanze, che mostra una correlazione lineare tra le due, sia nella popolazione giovanile (15-19) sia in quella generale (15-64). Sempre secondo i dati aggiornati DPA del 2013, il 35,2% degli studenti che gioca ogni giorno o quasi, fa anche uso di sostanze stupefacenti.
“I dati in nostro possesso, provenienti da molteplici fonti indipendenti tra loro, – ha dichiarato Giovanni Serpelloni – capo del DPA – mostrano per le sostanze stupefacenti un trend in contrazione, ma con degli spunti di variazione che riguardano soprattutto le fasce giovanili per droghe quali la cannabis. Tali variazioni devono farci riflettere sulla necessità di adottare nuove forme di prevenzione più precoce e più selettiva per ogni dipendenza, incluso il gioco d’azzardo patologico. La priorità ancora una volta – ha concluso Serpelloni – è prevenire precocemente il consumo soprattutto negli adolescenti sviluppando consapevolezza e modelli educativi verso stili di vita sani. A questo proposito preoccupa il calo degli investimenti eseguiti dalle Regioni registrato nel settore dei progetti di prevenzione”.