Non esistono scarti. Esistono risorse da sfruttare. Questa è stata la mission di Felfil, startup impegnata in prima linea nel campo del riciclaggio della plastica. Fabrizio Mesiano, ideatore del progetto, racconta per la rubrica #ZipnewsInnovatori come è nata l’idea: «Felfil è nato come progetto di tesi di laurea nel 2014 al Politecnico di Torino. Abbiamo ideato un estrusore che potesse recuperare la plastica e i rifiuti domestici e poi il processo si è evoluto in Felfil Srl, ovvero la startup per la quale lavoriamo adesso».
Felfil è un estrusore di filamento per stampanti 3D grazie al quale si può preparare a casa il filamento partendo da pellet plastici o scarti di stampa. In questo modo si può risparmiare oltre l’80% del costo delle bobine, contribuendo a proteggere l’ambiente. Mesiano, in questo senso, entra nello specifico: «Felfil è un estrusore pensato per essere molto facile da utilizzare, nel quale l’utente deve semplicemente mettere i propri rifiuti domestici, che vengono tritati. L’estrusore avrà quindi la funzione di riciclarli e di produrre un filamento standard, che viene utilizzato per le stampanti 3D. E con quel filamento si potrà stampare qualunque cosa».
Il processo di estrusione, innovativo per definizione, è molto semplice: è necessario il materiale nel serbatoio, una vite senza fine appositamente realizzata lo trasporta attraverso una camera riscaldata dove viene sciolto e fuoriesce da un ugello. Per il futuro l’obiettivo è quello di completare il ciclo del riciclo, come spiega Mesiano: «In questo momento l’estrusore è in vendita e per il futuro l’obiettivo è completare il ciclo del riciclo della plastica domestica: stiamo producendo un trituratore per triturare i rifiuti e un avvolgitore che possa creare automaticamente le bobine. Vogliamo lavorare in questa direzione per permettere a chiunque di poter stampare con i propri rifiuti e trasformare uno scarto in una risorsa».