Nasce in Piemonte il progetto ‘’Nocciolo Life’’, frutto della collaborazione tra il corso di chimica dei materiali e biotecnologie dell’Istituto Volta di Alessandria, il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale, la Confagricoltura di Asti e quella di Alessandria.
L’obiettivo del percorso sperimentale è individuare un metodo di analisi che consenta la tracciabilità del prodotto: l’obiettivo è individuare i ‘’marcatori’’ chimici che collegano il frutto al terreno in cui è cresciuto per garantire l’origine del prodotto.
Fondamentale è l’impatto economico che può avere il progetto: preservare le aziende locali che producono e lavorano la nocciola piemontese da realtà concorrenti che utilizzano materia prima coltivata in altri territori. Successivamente allo studio, poi, tra agosto e settembre, gli studenti torneranno a prelevare campioni di nocciole dalle stesse piante; i risultati saranno condivisi con operatori e associazioni del territorio, ma anche con l’intera cittadinanza.
L’organizzazione agricola, anche nell’ottica di rafforzare la collaborazione interprovinciale, si propone di allargare il percorso coinvolgendo istituzioni scolastiche astigiane, dagli istituti superiori al polo Astiss dove opera il Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari dell’Università di Torino. Il settore corilicolo si impone come un trend in crescita in tutto il Piemonte: dal 2006, infatti, il settore è cresciuto in modo esponenziale. Nel 2021 la produzione totale in Piemonte è stata di 301 mila quintali a fronte dei 411 mila quintali raccolti nel 2020. Tostata e salata, trasformata in olio, in farina o in granella, la nocciola piemontese spicca per le sue qualità e il settore agricolo è orientato a tutelare e valorizzare questo patrimonio.